Il tempo e la costanza: i talenti di un buon copywriter

Il tempo e la costanza: i talenti di un buon copywriter

Scrivo questo post dopo quasi un anno. Il tempo è passato più veloce di ciò che mi sarei aspettata. Un anno ricco: di tanta consapevolezza, tutta quella che non si ha e che si impara solo con l’esperienza; di tanto dolore, quello che serve a capire e a migliorare; e anche di tante scoperte: persone, emozioni, cose che mi sono piaciute e che non conoscevo.

Ho fatto spazio, ho creato nuovi percorsi e imparato. Perché anche dopo venti anni di lavoro sento ogni giorno la necessità di imparare, di farmi domande, di approfondire le cose che non so, anche quelle che non necessariamente fanno parte del mio lavoro.

Questo è ciò che ho sempre fatto e che considero un mio valore aggiunto: essere una copywriter innamorata della parola ma anche del processo.

Quella serie di puntini di cui parlava Steve Jobs, la linea che vedi solo quando li hai uniti e ti guardi indietro. Per me sono i semi che pianto ogni giorno su un terreno che ho scelto, curato, lavorato finemente. Ho impiegato molto tempo per arrivare a questo concetto e per apprezzare due strumenti fondamentali che accompagnano il mio lavoro: pazienza e costanza.

Ho dovuto fermarmi molte volte e concedermi il tempo e lo spazio per fare esperienza: di me stessa, degli altri, del lavoro e di come volevo definire il mio metodo e il mio approccio.

Non è stato facile e niente lo è: James Dyson sviluppò 5.127 prototipi del suo aspirapolvere dal 1979 al 1984. Cosa sarebbe successo se si fosse arreso?

Esattamente quello che succede alle migliaia di pagine social, di blog e di siti web lasciati abbandonati. Lato consumatori non avremmo conosciuto uno strumento utile, lato impresa avremmo perso denaro e tempo senza arrivare alla fine del processo.

Tempo, questione di gestione

Un processo si disegna sulla carta. I dati e le analisi ci possono aiutare, ma poi è la realtà che ci dà le conferme che ci servono. Per questo ogni azione va testata, rifatta, testata di nuovo e, quando proprio non funziona, bisogna cambiare strada.

Le aspettative, i miraggi del risultato finale vi porteranno ad abbandonare il progetto al primo ostacolo se non vi concentrate su ogni puntino e se non curate ogni singolo seme che piantate, guardando crescere una foglia dopo l’altra, fino a che la pianta diventa adulta e fiorisce.

Il mio lavoro è fatto proprio in questo modo: un testo si progetta, sulla base dei dati, delle ricerche e degli spunti che trovo attraverso alcuni strumenti. È costruito per iniziare una relazione con le persone a cui volete rivolgervi e che si riconoscono in voi: nei vostri valori, nelle idee, negli stimoli che date, nei bisogni a cui date risposta, nel modo in cui sapete entrare nella vita delle persone.

Ed è lo stesso metodo che cerco di applicare a me stessa e alla mia comunicazione. Ogni giorno abbiamo qualcosa da raccontare che può essere utile a chi leggerà. Un puntino alla volta, un seme alla volta.

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